Emergenza migranti: attività di servizio a Reggio Calabria

oCarissimi,

vi scriviamo in merito al tema emergenza migranti con particolare riferimento alle attività svolte nella zona dei Due Mari di Reggio Calabria che stanno coinvolgendo anche diversi clan di tutta Italia.

Il locale coordinamento diocesano di prima accoglienza è molto attivo nelle azioni di supporto a partire dall’arrivo al porto delle varie navi impegnate nel soccorso in alto mare, fino ai luoghi di accoglienza. L’Agesci partecipa con loro a queste attività, attraverso un impegno della regione e della zona anche con il contributo del nostro settore di protezione civile. Oltre alla Regione, diversi clan di fuori regione hanno deciso di andare a Reggio Calabria per fare servizio.

Riteniamo opportuno, però, al fine di mantenere alto il livello dell’esperienza e l’attenzione ai compiti previsti in ambito di protezione civile (con le conseguenti responsabilità), offrire alcune precisazioni.

 Descriviamo in sintesi la situazione.

La Zona dei Due Mari di Reggio Calabria è stata attivata dagli organi comunali di Protezione Civile.

Viene identificata una “zona di emergenza”, corrispondente alla zona portuale di Reggio Calabria in cui avvengono gli sbarchi dalle navi dei vivi e dei morti, nella quale possono accedere e partecipare alle attività solo gli associati censiti, maggiorenni e con il “corso di formazione ed informazione per i volontari Agesci in attività di protezione civile” sostenuto (in ottemperanza a quanto stabilito dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i.), appartenenti alla Zona di Reggio Calabria e residenti nella Città di Reggio Calabria, per cui l’attivazione è valida.

Con l’attivazione delle autorità comunali, l’Agesci è tecnicamente convertita in associazione di protezione civile, ciò impegna i soci autorizzati a svolgere i compiti indicati nel Protocollo Operativo di Protezione Civile Agesci e per i quali si attiva una copertura assicurativa ad hoc:

  • Aiuto nell’installazione e nella gestione organizzativa di tendopoli ed aree di accoglienza in genere;
  • Assistenza alla popolazione con particolare riferimento ad attività ed iniziative specifiche per bambini, ragazzi ed anziani;
  • Organizzazione e gestione magazzini materiali, viveri e generi di prima necessità delle aree di accoglienza;
  • Aiuto nella gestione delle mense;
  • Realizzazione di censimento della popolazione e delle sue specifiche esigenze;
  • Informazione alla popolazione (sia in fase preventiva che conseguente ad un evento).

Le attività non possono riguardare l’ambito dell’assistenza sanitaria o il supporto ad essa.

Al di fuori dei requisiti e delle attività sopra descritte non esiste copertura assicurativa dei soci Agesci.

Precisiamo che il coordinamento delle attività di PC avviene su responsabilità dei RdZ o dei RR o dei RN a cura degli Incaricati al Settore PC dei vari livelli i quali tassativamente, come evidenziato nel Protocollo Operativo Nazionale Agesci, devono concordare l’impiego e gli ambiti con il superiore livello associativo.

 Al di fuori della “zona di emergenza” (area portuale), le attività di sostegno svolte con Il Coordinamento Diocesano per gli sbarchi, sono possibili per tutti i nostri associati.

Sarebbe, inoltre, opportuno che le Comunità R/S che decidono di partire per Reggio prendano contatti con la zona anche solo per segnalare la presenza sul luogo.

L’attività è decisamente importante e meritoria e sicuramente vale la pena immaginare per il prossimo anno la possibilità di strutturare meglio il contributo Agesci creando con le regioni coinvolte a Reggio Calabria, ma anche in altre realtà portuali interessate dal fenomeno (Lampedusa, Pozzallo, ecc…), dei cantieri per R/S.

Vi chiediamo per quanto possibile di monitorare e divulgare queste piccole regole.

Giorgia, Sergio e d. Luca

(incaricati e assistente ecclesiastico nazionali branca R/S)