Accoglienza come arricchimento

Dalla Newsletter 06/2018

Novembre, l’anno associativo è appena cominciato! L’apertura (quasi sempre, rigorosamente sotto la pioggia) sancisce l’inizio delle attività.
E se si attendono sorprese o conferme sugli staff dei capi, c’è un momento assolutamente certo e atteso: la salita dei novizi dal reparto. I più grandi che diventano di colpo i più piccoli e si trovano a doversi confrontare con degli adulti: i nuovi capi che li seguiranno nel corso dell’anno, la comunità RS dove si incontrano vecchi amici o nuove conoscenze.
Un passaggio che molti hanno già vissuto con la salita dal branco al reparto, ma che vede (spesso) una dinamica tutta nuova: un anno di attività esclusivamente dedicata al noviziato, gruppetto che all’inizio fa fatica a coesistere arrivando da dinamiche spesso “concorrenziali” vissute in reparto.
Il noviziato si adopera per capire gli strumenti e i metodi di branca, mentre “studia” da lontano – o periodicamente più da vicino con qualche attività nel corso dell’anno – quella comunità più grande di cui si entrerà a far parte più avanti.
Le difficoltà al giorno d’oggi sono molteplici: capi da dedicare esclusivamente al noviziato, sempre meno passaggi, comunità di clan in formazioni ridotte impongono a volte delle scelte diverse. Di sicuro un elemento deve essere ben presente e prescindere dal momento dell’anno, dall’attività o dal numero dei presenti: l’accoglienza.
La comunità RS deve essere in grado di accogliere i nuovi (e spesso spauriti) arrivati; allo stesso tempo, i novizi devono essere pronti ad accogliere gli stimoli che la nuova vita associativa pone loro.
Accoglienza vuol dire mettere a proprio agio una persona, integrarla nel miglior modo possibile aiutandola in tutte le sue necessità. Accoglienza vuol dire guardare oltre la diversità e accettarla, anzi, guardare alla differenza come un arricchimento e un’occasione di crescita individuale e collettiva. Accoglienza vuol dire non guardare con diffidenza o pregiudizio a ciò che ci viene proposto, ma porsi in un’ottica di apertura il più ampia possibile. Perché in questo modo ci guadagnano tutti.


A cura di: Ortensia Ferrara